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2008-12-19

La relazione di Veltroni

La relazione del segretario durante la direzione nazionale di stamattina

"Per i disonesti non c'è posto ma da Berlusconi nessuna lezione di moralità"

L'appello di Veltroni al Pd

"Serve innovazione, datemi più poteri"

"I magistrati lavorino ma siano prudenti sugli arresti"

<b>L'appello di Veltroni al Pd<br/>"Serve innovazione, datemi più poteri" </b>

Walter Veltroni

ROMA - "La crisi economica, politica, morale ci consegna oggi un'alternativa secca e drammatica: o innovazione o fallimento". Sono le 10.30 quando Walter Veltroni sale sul palco della direzione nazionale del Pd. Un appuntamento atteso dopo che l'ondata degli arresti ha scosso le fondamenta dei democratici. E dopo che i continui scontri tra le varie anime del partito, ne hanno segnato l'immagine. E poi quel voto, pessimo, in Abruzzo che è ben più di un campanello di allarme. Per questo Veltroni chiede più poteri. A partire da quello di poter commissariare quelle realtà locali del partito segnate da episodi di scarsa trasparenza. Meno netta, invece, la posizione su Di Pietro. Il segretario lascia aperta la porta alle alleanze locali.

Questione morale. Veltroni parte dalle questione morale. E non poteva essere altrimenti. Pescara, Napoli, Basilicata: amministratori Pd arrestati o coinvolti nella bufera. Un'onda che rischia di avere l'effetto di uno tsunami: "Siamo un partito di gente perbene, per i disonesti non c'è posto ma la questione morale è un tema principale''. Quello che Veltroni rifiuta seccamente sono "le lezioni che vengono da chi ha nelle proprie fila indagati per mafia. Non possiamo accettare lezioni dal presidente del Consiglio che ha scelto di fronteggiare le sue vicende giudiziarie con una serie di legge ad personam".

Magistrati. Ed è a questo punto che il segretario del Pd tocca un argomento spinoso: il rapporto con la magistratura. Veltroni chiede alle toghe "prudenza" sugli arresti anche perché non si può ignorare l'esistenza "di un meccanismo mediatico" che può "distruggere le persone". Nessuno stop all'azione della magistratura, però. E nessuna riforma "fatta contro i magistrati" dice Veltroni che ribadisce la proposta di un tavolo di sessanta giorni al termine del quale il governo deciderà ma dopo aver ascoltato il mondo della giustizia e se lo riterrà anche l'opposizione.

Alleanze. "Sento dire in questi giorni che dovremmo rompere con Di Pietro, ma io ho già detto tante volte che ci sono forme diverse di opposizione. L'ho fatto ad aprile, lo abbiamo fatto non aderendo alla manifestazione di piazza Navona e l'ho detto io stesso in una dichiarazione che ha aperto tutti quanti i giornali. Questo non significa che a livello locale non si possano trovare delle convergenze programmatiche". Veltroni tocca così il tema dell'alleanza con Italia dei valori. Rispondendo così a chi, nel partito, chiede che si rompa, nettamente, con l'ex pm. "Vogliamo diventare il primo partito italiano ma in questo percorso costruiremo le necessarie alleanze politiche. Alleanze che dovranno essere fondate sull'innovazione e il cambiamento e dovranno essere affidabili alla prova della tenuta di governo".

Ricambio e litigi. Troppe liti dentro il partito. Meno dirigenti "a vita". Serve ricambio. Veltroni tocca così il delicato tema del rinnovamento della classi dirigenti. "Il ricambio deve essere frequente. Bisogna creare le condizioni di un forte avvicendamento con una nuova generazione - scnadisce il segretario - per questo il Pd deve essere il partito dei circoli che sono il lievito democratico e civile dei territori". Poi tocca alle divisioni interne. Il segretario invita tutti a mettere da parte "le quotidiane differenziazioni che piacciono tanto ai giornali ma dispiacciono alla nostra gente" perché, altrimenti il rischio per il Pd è quello di trasformarsi nella litigiosa Unione e di "segare l'albero su cui tutti si è seduti". Veltroni riconosce che spetta innanzitutto al leader "promuovere l'unità" ma a questa deve affiancarsi "la collaborazione responsabile da parte di tutti".

Primarie. Sono uno straordinario strumento di democrazia, rivendica il segretario, "ma non possono diventare un'ideologia. Sarebbe tragico se il Pd si trasformasse in un partito che ha la sua occupazione esclusiva nella discussione delle regole".

Ambiente, legge elettorale e crisi. Sul clima Veltroni propone di "avviare una rivoluzione verde per uscire dalla crisi con una lotta sistematica ai mutamenti climatici. Rottamazione del petrolio e investimenti sulle fonti rinnovabili". Sul sistema elettorale Veltroni rilancia la reintroduzione del collegio uninominale sul modello francese. E ancora il diritto di voto ai 16enni alle amministrative "perché oggi si smette di essere bambini e si diventa giovani prima". Infine la crisi economica e la proposta di chiedere un contributo straordinario "a tutti quei manager che hanno un reddito che supera il milione di euro".

(19 dicembre 2008)

 

 

 

 

Domani la Direzione Pd, sul tavolo il caos-inchieste e la crisi interna al partito

Stretta sull'etica: regole sulla non candidabilità e revisione delle norme dello Statuto

Questione morale e linea politica

Veltroni punta al rinnovamento

Intanto a Napoli Iervolino non si dimette: "Vado avanti, col placet di Bassolino"

Inchiesta Basilicata, no dalla Giunta della Camera alla richiesta d'arresto per Margiotta

Questione morale e linea politica Veltroni punta al rinnovamento

Walter Veltroni

ROMA - Qualità, spinta al rinnovamento, ricambio generazionale, attenzione ai problemi reali del Paese. Alla vigilia della Direzione di domani, e nel pieno del caos giudiziario che ha coinvolto alcuni parlamentari e amministratori locali del suo partito, il leader del Pd Walter Veltroni ha lavorato al suo intervento tenendo fede a quella richiesta di un "contributo franco per una relazione unitaria" di cui già si era parlato nella riunione del coordinamento di ieri. Ha riunito il governo ombra, ha incontrato i segretari regionali e visto e sentito dirigenti locali e nazionali. Non si sottrarrà alla discussione sulla crisi interna al partito, ma chiederà anche un segnale forte sulla questione morale: regole precise sulla non candidabilità, aggiustamenti sia al Codice etico (ora contenente solo "indicazioni generali") che allo Statuto, con una revisione delle norme che regolano la scelta delle candidature, nonché poteri diretti al segretario per agire tempestivamente su situazioni delicate.

"Fare ancora di più il Pd". Con i segretari regionali Veltroni non ha fatto un vero e proprio intervento (ha parlato Franceschini) ma ha chiesto piuttosto osservazioni e suggerimenti. L'invito, di nuovo, è stato per un maggiore coinvolgimento delle risorse che il Pd ha a livello locale. Con le valutazioni seguìte alle vicende giudiziarie dei giorni recenti, dalle quali "emerge una politica che manifesta una debolezza desolante", ha detto il portavoce Andrea Orlando.

Il peso delle inchieste. Sul partito continuano a pesare le inchieste di Napoli, Pescara e Potenza. La Giunta della Camera ha detto no alla richiesta di arresto per il deputato democratico Salvatore Margiotta, implicato in Basilicata. E mentre nel capoluogo campano l'imprenditore Romeo, interrogato, nega l'esistenza di "un sistema", Rosa Russo Iervolino conferma: va avanti nel mandato nonostante gli inviti a dimettersi, giunti anche da esponenti del suo stesso schieramento politico, come Massimo Cacciari. Il sindaco va avanti con il placet del presidente della Regione, Antonio Bassolino: "Gli ho detto che sono convinta, mi ha detto che sono pazza ma faccio bene".

"Serve una linea politica". Ma alla Direzione Veltroni dovrà soprattutto dare un'indicazione per un partito che, secondo l'ultimo sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it, è sceso sotto la soglia del 30%. Cacciari teme che "si discuta solo di questione morale e non della linea politica di cui il partito ha bisogno in questo momento". Ma fonti vicine a Massimo D'Alema riferiscono che il presidente di Italianieuropei - pur tenendo conto della vicenda-inchieste - non si sottrarrà dall'affrontare i nodi politici (dalle alleanze alla gestione del partito) su cui da settimane si chiede un chiarimento. D'Alema sarebbe intenzionato a dire la sua sia su cosa non è andato negli ultimi mesi che su ciò che si può fare per il futuro.

Le questioni all'ordine del giorno. Anche altri membri della Direzione, vedi gli ulivisti, hanno fatto sapere che intendono porre questioni politiche interne. Marco Follini, invece, ha confermato la sua mozione per il no all'alleanza con Di Pietro. Tra le questioni all'ordine del giorno, quella sul voto finale. Resta da capire se si voterà sulla relazione del segretario o su un documento generale. La questione è stata affidata alla mediazione del vicesegretario Dario Franceschini. Secondo gli uomini vicini a Veltroni, la scelta di votare un documento (sulla quale ci si era lasciati con un sostanziale accordo al termine del coordinamento di ieri) cambia poco, perché non sottrarrebbe certo il leader alle sue responsabilità.

Relazione "ampia e approfondita". A testimoniare il fatto che lo stesso Veltroni sia determinato a discutere senza nascondersi dietro ai problemi della questione morale, sarebbe la relazione di carattere "ampio e approfondito" che avrebbe preparato: dovrebbe partire dalla crisi economica e dalle inadeguatezze del governo per affrontare tutte le questioni di attualità, anche interne. Il "punto chiave" potrebbe essere una specie di richiamo all'unità interna. Il segretario sarebbe dunque pronto a rilanciare i suoi cavalli di battaglia, a partire da un "impegno politico forte" per il rinnovamento delle classi dirigenti del partito a tutti i livelli.

Il nodo delle primarie. Tanti altri, poi, gli argomenti sul tavolo della discussione di domani. A cominciare da quello che viene descritto come una sorta di "tagliando" allo strumento delle primarie. Veltroni non sarebbe contrario a una discussione ma senza arrivare a una modifica statutaria che (oltre ad essere impegnativa) richiederebbe una discussione e una analisi ben più approfondita. La questione si intreccia con quella invocata da Goffredo Bettini, di conferire cioè maggiori poteri al segretario. Alla quale si intreccia la richiesta di alcuni dirigenti, come Marco Minniti e Sergio Chiamparino, di affiancare a Veltroni una sorta di Direttorio.

I poteri del segretario. Per quanto riguarda il rafforzamento dei poteri del segretario, l'intenzione è quella di conferirgli la possibilità di intervenire più rapidamente in situazioni che richiedono decisioni tempestive come, ad esempio, il commissariamento in Abruzzo.

(18 dicembre 2008)

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